DALL' ALTRA PARTE DEL VENTO

DALL' ALTRA PARTE DEL VENTO
Andrea Pecchioli & Liska ITA 398

lunedì 8 giugno 2009

Com’è dura far l’altura... !

Il titolo fa sorridere, quello che ci accaduto un po’ meno.
Partiamo alle 7.00 di mattina con destinazione Caorle per l’ennesima uscita di allenamento (40 miglia).
Premessa meteo:
Ilmeteo.it prevede 10/15 nodi di sud-ovest, il Lamma un po’di più, siamo sui 15/20 nel mezzo e poi giù a calare sotto costa fino a 10 nodi, comunque tutti i fenomeni sono dati in attenuazione.
Sul canale 68 lanciano un avviso di burrasca sull’Adriatico Settentrionale.
Appena partiti non c’è vento, issiamo la randa e il frullone, c’è però una discreta onda di mare valutata intorno al metro e qual cosina di più, residuo del giorno prima . Andrea è fuori io sistemo la barca dentro,
verso le 10.00 dopo 8 miglia circa, entra un debole sud est il frullone inizia a tirare, il vento aumenta e decidiamo di dare il gennaker grande. Dietro di noi iniziano a formarsi groppi scuri, sul mare già mosso compaiono in cima alle onde le prime “ochette”, valutiamo il vento intorno ai 12 nodi, Liska fila via a più di sette con punte di 8,5. Tutto sotto controllo.
Intanto il vento sale si assesta sui 15 kn e Liska plana , … plana sempre, adesso siamo attestati a più di 8 con punte di 10,5 stiamo così un bel po’la barca è stabile ed questa è la vera forza del mini.
E’ vero infiliamo un paio di straorze, ma tutto è sotto controllo. Il mare è salito e alcune onde arrivano quasi a due metri, alcuni groppi ci sfilano alle spalle, ci avviciniamo velocissimi a Caorle il log segna 10 – 10,5 nodi costanti di velocità con punte fino a 11/12 nodi, adesso le onde frangono, valuto il vento medio intorno ai 20 -22 nodi, dico ad Andrea “ Stiamo ancora un paio di muniti così poi se aumenta lo togliamo..” detto fatto Liska parte in straorza (colpa di un onda più grande ), mi ritorna in mente la situazione descritta da Giancarlo Pedote sul suo blog, siamo sbandati e con le onde al traverso; mollo la tack, ma non riesco subito a fare lostesso con la drizza che si è incattivita, passono 30 secondi forse un minuto, Graccio non governa ha il timone scontrato e le pale mezze fuori, lo spi viene fatto a fette (quando si dice 2.000 euro gettati al vento). Finalmente riesco a liberare la drizza e recupero quello che resta del nostro gennaker leggero !
Il mare è salito d’improvviso, ci diamo il cambio e Graccio issa il solent, filiamo via così, poi proviamo a prendere due mani, ma la barca non va abbastanza al vento, (le onde ci portano alla poggia) decidiamo di ammainare tutto e di procedere solo col solent lasciando perdere la randa.
Intanto l’onda è aumentata ed il vento è calato, ci troviamo decisamente sotto invelati. Dopo una mezzoretta (per fortuna) il vento ri-aumenta e ci permette di governare ancora bene sui 6 nodi. L’arrivo nel porto di Caorle esposto allo scirocco è da brivido con le onde sopra i 2 metri che frangono all’entrata, sento il rumore dei frangenti dietro e poi sotto la poppa, entro nell’ultimo cavo il timone mi accenna all’orza, se ne accorge anche Andrea che mi dice di poggiare, già fatto .. entriamo a Caorle dopo "attimi da non riprovare". Portare una barca così con piu' di venti nodi due metri d'onda e con a riva un gennaker da 85 mt2 non è uno scherzo, alcune cose sono ingannevoli come il piacere di planare ben oltre i dieci nodi ci ha distratto dal resto. Errori da non commettere in seguito. Come sostengo da tempo è la combinazione vento-onda che fa la differenza e non i singoli fattori, quindi iniziamo a parlare di cosa troviamo e non solo dei nodi indicati dal windex.

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