Vela e Oceano, a Genova per imparare la vela oceanica
(tratto dalla rivista Zerogradinord)
Genova – Dopo il successo riscosso lo scorso anno, ricominciano
presso la Scuola di Mare Beppe Croce dello Yacht Club Italiano i corsi
organizzati dal primo centro italiano di allenamento alla vela oceanica in
equipaggio ridotto. Questo polo, nato dalla partnership fra la Classe Mini 6.50
italiana e la Scuola di Mare Beppe Croce dello Yacht Club Italiano, punta a
diventare il riferimento italiano degli atleti della “course au
large”.
Finita da pochi giorni la Transat 650, regata in solitario di 4300
miglia, da La Rochelle al Brasile, i dodici velisti (quasi il doppio di quelli
dell’anno scorso) che partecipano agli allenamenti a Genova si preparano non
solo alle regate della prossima stagione, ma anche a delineare il proprio
progetto personale in vista della Transat 2013.
Ben nota per la sua durezza,
questa regata necessita di una preparazione fisica, tecnica e psicologica
minuziosa. La Mini Transat è una delle poche regate internazionali che ancora
conservano intatto il gusto del misurarsi con se stessi con poca tecnologia e
tanto impegno, concentrazione, preparazione. Centrale il rapporto con la propria
barca, che diventa il vero equipaggio di un “minista”, che con lei, prima della
Grande Partenza, ha già dovuto solcare centinaia di miglia per
qualificarsi.
A indirizzare, consigliare e allenare i dodici atleti ci
saranno quest’anno due ingegneri e ministi italiani fra i più sperimentati:
Andrea Caracci e Riccardo Apolloni.
Andrea Caracci che con i suoi risultati,
prima di tutto in 470, poi in Mini (ha all’attivo quattro MiniTransat ed è
campione italiano della categoria proto) rappresenta con successo l’Italia della
vela nei circuiti internazionali.
Riccardo Apolloni è il solo minista
Italiano ad aver detenuto la prima posizione nella ranking list mondiale (2008)
e ad aver vinto regate come la Mini Max e la Mini Port Medoc.
I corsi di
quest’anno sono dedicati a quattro punti fondamentali:
- lo sviluppo delle
polari di velocità della barca;
- la strategia di regata;
- la messa a
punto dei piloti;
- la sicurezza e il meteo.
Quando si è da soli in mezzo
all’oceano il detto “una mano per te, una per la barca” diventa sacro: conoscere
la propria barca e sapersi muovere in sicurezza dev’essere la base per tutti i
marinai, ma per un solitario è legge.
La gestione del sonno e della fatica
diventa un corollario della voce sicurezza: passare ore alla barra, magari con
brutto tempo, è un esercizio fisico e mentale difficile, che non si può
improvvisare.
Strategia e meteo sono i miglior alleati per la vittoria: non
basta infatti sapere cosa sia una depressione o un anticiclone, ma è necessario
saper decidere la rotta vincente senza supporti cartografici nè PC d’ultima
generazione.
La regola E 16 della Guida Mini, infatti, proibisce l’utilizzo
di telefoni cellulari, telefoni satellitari o computer a bordo e permette solo
posizionatori non cartografici.
Il centro italiano di allenamento alla vela
oceanica beneficia dell’importante supporto logistico dello Yacht Club Italiano
e della sua Scuola di Mare Beppe Croce, che ne hanno da subito abbracciato lo
spirito, il desiderio di creare un polo in cui l’esperienza di chi ha già
vissuto l’avventura della Mini Transat possa essere d’aiuto per altri armatori,
un modo affinché la cultura marinara non resti a beneficio del singolo, ma che,
come ogni cultura, si diffonda e diventi patrimonio comune
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